sabato 31 gennaio 2009

La sindrome della dilatazione-torsione gastrica (GDV)

La sindrome della dilatazione-torsione gastrica (GDV) è una patologia che colpisce prevalentemente cani di taglia medio-grande e gigante ed è piuttosto rara nei cani di piccola taglia. E’ una patologia molto grave che ha un carattere d’urgenza con alto indice di mortalità e richiede, pertanto, un intervento immediato del veterinario.
L’eziologia non è del tutto nota , ma sembra essere di natura multifattoriale.
I fattori predisponenti sono: la conformità anatomica (torace profondo), la lassità dei legamenti epatogastrici ed epatoduodenali, la composizione della dieta, il movimento dopo i pasti, l’aerofagia, pasti voluminosi e troppo rapidi, nervosismo e stress, motilità esofagea, anomalie nell’attività mioelettrica dello stomaco.

Le razze predisposte e il grado di incidenza sono elencati in tabella 1:




















Quali sono gli accorgimenti più importanti da rispettare?

1) Frazionare il pasto in più volte al giorno (almeno 2): un pasto unico giornaliero, infatti, causerebbe un digiuno troppo prolungato con insorgenza di fame eccessiva, ingordigia e conseguente deglutizione di aria tra un boccone e l'altro.
2) Evitare l'attività fisica prima e soprattutto immediatamente dopo il pasto.
3) Ritardare il pasto se il cane ha subito un evento stressante (litigio con un altro cane, giro in auto se inusuale, fuochi d’artificio, etc.).
4) Rispettare gli stessi intervalli temporali tra un pasto e l'altro e le stesse dosi di cibo.
5) Non somministrare grosse quantità di acqua di abbeverata in una sola volta.

Da che cosa è provocata?

E’ importante distinguere la semplice dilatazione dalla torsione gastrica. In genere la prima predispone alla seconda. In conseguenza dell’accumulo di gas, aria, alimento e acqua, lo stomaco si dilata. Talvolta la fermentazione che si crea nel lume dell’organo, l’accumulo di liquidi derivanti dalla permeabilità vasale di uno stomaco dilatato e la lassità dei legamenti portano ad un notevole aumento del volume e a una torsione dello stomaco su se stesso. Ciò fa sì che l’alimento stesso non può più progredire né verso la bocca né verso l’intestino a causa della stenosi degli sfinteri e l’aumento di gas prodotto dai batteri e l’anidride carbonica diventa notevole. Per questo motivo il soggetto non riesce a vomitare. Nella rotazione solitamente viene trascinata anche la milza.

Quali sono i sintomi?

La sintomatologia si presenta a distanza di poco tempo dall’ultimo pasto per l’accumulo di aria ingerita e gas che si sprigiona dall’avvio dei processi fermentativi. Nelle fasi iniziali il soggetto avverte dolore addominale può avere atteggiamenti inconsueti, è irrequieto, si nasconde, si lamenta. Negli stadi acuti cerca ripetutamente di vomitare senza riuscirci e rigurgita solo saliva, ha l'addome rigonfio, cammina a fatica, presenta mucosa pallide. Nei casi più gravi il cane può essere in stato di shock e presentare difficoltà respiratorie a causa della compressione del diaframma da parte dello stomaco dilatato.


Torsione gastrica in un dalmata. Si nota conformazione dell’addome.








Come si deve intervenire?

La diagnosi deve essere precoce. Alla visita clinica la patologia è caratteristica, con classico rumore timpanico dell’addome dovuto all’accumulo di gas. Si rende comunque necessaria una radiografia eseguita con cane in decubito laterale destro che svela il grado di torsione o l’eventuale dilatazione, la posizione della milza. È importante ripristinare immediatamente il volume vascolare (fluidoterapia), infondere del potassio per sostenere l’attività cardiaca, somministrare del cortisone per lo stato di shock, dei gastroprotettori, antibiotico, ed eseguire una corretta decompressione dello stomaco con gastrocentesi o mediante l’inserimento di una sonda orogastrica. Dopo stabilizzazione del paziente segue l’intervento chirurgico.



Radiografia di un pastore tedesco in torsione gastrica e aspetto dello stomaco dilatato.




In cosa consiste l’intervento chirurgico?

L’intervento nella maggior parte dei casi si rende necessario per evitare recidive. Dopo aver decompresso lo stomaco si riposiziona quest’ultimo e si pratica una gastropessi (ancoraggio della sierosa dello stomaco al costato).
Talvolta le conseguenze della dilatazione-torsione gastrica possono essere un’ipossia cellulare con ischemia e necrosi di parte dello stomaco, o per congestione splenica, un’ischemia della milza. In questo caso si rende necessaria una gastrectomia parziale o una splenectomia.


Qual è la terapia post operatoria?

Dopo l’intervento chirurgico, è necessario monitorare lo stato di salute del paziente (monitoraggio cardiaco e respiratorio), misurare i livelli di elettroliti, valutare l’ematocrito, le proteine totali, l’azotemia e la glicemia.
Si rende necessaria una dieta post-operatoria adeguata: per 2 giorni il cane deve essere tenuto a digiuno, alimentato tramite fluidoterapia (ringer lattato, glucosio, vitamine). Progressivamente e lentamente si ritorna ad una alimentazione normale, si comincia con la somministrazione di piccole quantità di brodo, poi di alimenti piuttosto leggeri, fino a ripristinare correttamente l’alimentazione. Tutto questo perché in conseguenza della dilatazione dello stomaco si può verificare un’atonia che ne compromette il corretto funzionamento.
Contemporaneamente per tutto il periodo del post operatorio vanno somministrati antibiotici, gastroprotettori, procinetici.


MEDICO VETERINARIO
dott. Francesco Buompane

3 commenti:

  1. GRAZIE DOTTOR FRANCESCO BUOMPANE IL MIO PASTORE TEDESCO HA AVUTO PROPRIO QUESTA MALATTIA ED ENTRO UN ORA SI DOVEVA OPERARE O FARE UNA LAVANDA GASTRICA. PER FORTUNA LA LAVANDA GASTRICA è FUNZIONATA E ORA IL MIO CANE è SALVO

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  2. Caro dott. Buonpane abbiamo avuto la grave perdita del nostro amatissimo hiro uno stafford shire bull terrier portato dal veterinario a Perugia perche' dimagriva costantemente e mangiava pochissimo gli e' stato diagnosticato un infezione pancreatica e al fegato gli hanno fatto 1 ecografia al fegato e alla cistifellea dove si vedevano innumerevoli macchie bianche 8 giorni di antibiotici e flebo perche' 0rmai non mangiava piu'mercoledi'alle ore 11.55 ha deciso di operarlo cosi' senza prima aiutare il suo fisico estremamente debilitato ha messo fuori 1 milza spropositata di circa 50 cm. e a quel punto ci ha parlato di torsione della milza con emorraggie sotto dove secondo lui era stato un trombo a limitare il flusso di sangue al fegato creando cosi' una necrosi del fegato ha detto tante cose che io non ho capito bene fatto sta che alla fine milza asportata cane ricucito al risveglio il mio piccolo amore di soli 3 anni ha lanciato 1 guaito ed e' mortomandando 1 famiglia di 5 persone nella disperazione caro doc.non so se io sia piu' o meno riuscito a spiegare cosa e' successo (dato che nemmeno io riesco a capire perche' il mio amore sia morto)gli abbiamo detto che se era il caso noi abbiamo 1 femmina di american stafford se c'era bisogno di una trasfusione risponseva di no solo alla fine quando il cane stava morendo ci ha mandato a prenderla nell'estremo tentativo di 1 strasfusione ma era troppo tardi ormai dott. Buonpane le sarei estrmamente grato se lei volesse formulare una sua considerazione sperando che le poche informazioni che le ho fornito possano piu' o meno farci capire se ci fosse stata 1 possibilita' alternativa per poter salvare il nostro piccolo La ringrazio di cuore e se cortesemente puo' darmi indicazioni se conosce a Perugia cliniche specializzate a cui potersi rivolgere Un caro saluto Giova Perugia

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  3. Cara Giova, mi dispiace moltissimo per il tuo hiro. Come ben affermi, dall'anamnesi descritta e dagli esami eseguiti non posso molto aiutarti. Per cercare di capire cosa è successo al tuo cane avrei bisogno di valutare esami del sangue, esami ecografici e radiografici. Se si trattava di una torsione splenica come descritto dal collega l'unico rimedio è proprio l'asportazione come giustamente è stato fatto. La trasfusione in un soggetto splenectomizzato si rende necessaria quando il valore dell'ematocrito è basso. Il consiglio che ti posso dare comunque è di chiarire con il collega e farti spiegare meglio da lui la dinamica della patologia.

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